Leonardo Sciascia negli occhi delle donne – Rossana Cavaliere – Vallecchi Firenze


Si può dire gentile a un libro? Non lo so, ma credo che in questo caso sia opportuno, quasi fosse una persona.

Un libro che sicuramente riflette l’animo e i modi dell’autrice che ci presenta un personaggio come Leonardo Sciascia attraverso 12 interviste ad altrettante donne (più tre) che non perdono l’occasione di dare il meglio dei loro ricordi sul famoso intellettuale, ma anche di se stesse, delle sensazioni in rapporto alle frequentazioni con l’autore de “Il giorno della civetta”.

Rossana Cavaliere riesce a dirigere il tutto come un’orchestra e ci mostra il modo di conoscere Sciascia con gli occhi di altri, delle donne appunto che lo hanno conosciuto in ambiti diversi e che ne tracciano profili che alla fine sembrano diventare un profilo unico. Lo fa con un linguaggio che mi ha fatto pensare alla gentilezza, ma che presumo abbia anche molto a che fare con il soggetto del libro, come se per arrivare allo scopo di una narrazione che ripercorre non solo la storia ma il carattere con molte sfumature di Sciascia, fosse necessaria proprio la gentilezza.

Sciascia, uomo gentile appunto, uomo di profondità abissali non dettate tutte dai suoi studi, ma da una cultura personale impastata della propria terra d’origine. Non credo che suoni retorico dirlo così, perché da ogni testimonianza si avverte la mistura dell’uomo di mondo che ama Parigi, ma con i piedi ben collocati nella sua Sicilia.

Uomo di mondo, enciclopedico, uomo di famiglia, uomo politico, uomo di semplici abitudini, uomo legato a modo suo alle tradizioni contadine e alla lingua dei suoi posti. Insomma un uomo utile anche quando si poteva non essere d’accordo con lui perché sempre stimolante e pieno di doni, non solo materiali. Un uomo generoso di visioni, solo apparentemente tenute a freno dal suo modo di fare, visioni diverse tra loro fino alla contraddizione che non rifugge perché considerata umana.

Sono solo alcuni degli spunti che questo libro offre sia su Sciascia che sulla storia che a grandi linee ha vissuto nella sua vita, ma ne esce un quadro completo per quanto riguarda l’uomo e non solo il letterato.

Viene da pensare all’uomo che “aveva capito” . L’uomo oltre il suo tempo e oltre le ragioni e i torti della sua contemporaneità. Persona che si può trovare tra gli scrittori, ma anche in altre categorie, consapevoli che in ogni luogo possano essere, uomini o donne così diventano indicatori di futuro. Si capisce dallo sguardo, dalle pause soppesate nel suo parlare, dall’affetto che riesce a emanare anche quando non può manifestarlo esplicitamente. Certe persone sono scrigni pieni di bellezza che in alcuni casi si aprono appena, per non offendere con tanta capacità, erudizione e sensibilità.

Non so quanto ci sia voluto a rimettere insieme tutte le interviste, ma Rossana Cavaliere ha fatto un lavoro che valeva davvero la pena. Un lavoro che ci rende uno Sciascia inequivocabile, talmente chiaro in vita da non lasciare spazio a nessun fraintendimento neppure oggi.

C’è un termine che più di altri accomuna tutte le interviste e che credo sia alla base di questo libro: verità.

La ricerca della verità assume in ogni epoca una funzione fondamentale dell’intellettuale, ma il libro dice che in questo caso era indispensabile anche per l’uomo, la verità come punta massima di rispetto della vita, motivo adeguato per spenderla la vita nel ricercarla la verità, perché solo dopo di essa può apparire la giustizia.

Questo libro temperato dall’autrice sembra indicare una visione collettiva delle donne, l’ipotetica possibilità che solo le donne possano ancora dare una lettura univoca e unitaria del mondo.

Spero che avremo la possibilità di poterne parlare ancora di questo e dei molti altri spunti che il libro tiene mirabilmente insieme. Perciò grazie all’autrice per averci regalato un motivo così alto di discussione.

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